Come regnerebbero gli animali

No. 213 (PSW 11, p.282-284)

„Se anche noi fossimo umani e potessimo regnare sulla terra, cosa faremmo?” chiese una scimmia a una schiera di animali.

Il leone rispose “Io farei ciò di cui avrei voglia vedendo cosa ne risulterebbe.”

L’asino disse: “Io andrei a scuola e tutto ciò che imparerei lì dentro poi tutte le persone e gli animali dovrebbero insegnarmelo e praticarlo.“

Il maiale disse: „Io seminerei tutta la terra di ghiande, facendo in modo che gli animali ingrassati trovino ovunque pozzanghere dove potersi ristorare.”

Il cane disse: „Io penso che rimarrei comunque un cane e servirei colui che mi dà da mangiare e mi accarezza, abbaiando chi devo cacciare.”

Il toro disse: „Io costruirei un grande salotto di consiglio; tutto dovrebbe essere trattato alla maggioranza aperta, anche il diritto.”

La volpe disse: „L’ordine del toro mi starebbe bene; ma io striscerei dietro ai banchi del consiglio in un nido segreto verso il trono per poi cercare di lavorare non più per la maggioranza taurina, ma per le mie voglie di volpe.”

Il serpente disse di voler essere il diavolo degli animali inducendo tutti con lo spavento a fare ciò che i saggi animali superiori pretenderebbero.

Il capriolo ritenne ripugnante la proposta del serpente e dal canto suo asserì di condurre gli animali per volontà del grande giove e con fragoroso amore proprio per questa meta.

La scimmia disse: „Un po‘ penso di volere lasciare fare agli animali tutto ciò di cui hanno voglia, essendo contento del gioco della loro libertà, un po’ però penso che vorrei sedermi su un trono che brilla come il sole e che tutti gli animali dovrebbero essere contrassegnati con lo scudo del mio regno in un modo che si riconoscerebbero a distanza di mille passi come sudditi della mia altezza e del mio governo.”

L’elefante a lungo non volle esprimere la propria opinione; siccome, però, dal leone fino all’asino tutto lo colpì, disse: “Se dovessi regnare io, penso che sarebbe bene regnare in modo da evitare tutto ciò di cui avete parlato, tutto ciò che fareste voi.”

Mi adopererei quindi affinché il re leone non possa fare niente di cui abbia voglia.

Spiegherei all’asino consigliere di tenere per sé le asinate dei suoi anni di scuola senza renderli forme normali dell’istruzione comune del regno delle bestie.

Direi al comune maiale che esseri umani e bestiame non vivono solo di ghiande e che l’ordine delle pozzanghere a egli tanto caro, che non peggiorerebbe le sue selvagge setole, deteriorerebbe la pelliccia della maggior parte degli altri animali.

Al servitore del mondo, il cane, spiegherei brevemente che non dovrebbe più essere cane o regnare.
Al maestro dell’associazione di categoria, il toro, direi che con una maggioranza presieduta da un toro, il toro stesso potrebbe essere venduto dalle volpi con tutta la sua sedia presidenziale a un macellaio.
Alla volpe, la consigliera segreta, farei illuminare la caverna sotto il trono con una porta di vetro sbarrandole tutte le vie di fuga dietro i banchi del consiglio.

Alla scimmia infame scaccerei dal suo didietro con uno staffile le sue voglie da bestia, entrambe, la voglia di libertà e la voglia di governo.

Il serpente satanico lo catturerei e lo strangolerei appena trovato.

Alla cornuta ingenuità del capriolo attaccherei i crani di tutti gli altri animali selvaggi, affinché impari a convincersi anatomicamente e fisiognomicamente quanto sia grande l’idiozia di voler predicare la verità e il diritto umano nei crani di leoni, nelle teste di toro, negli stomaci di cani e nelle pelli di serpenti.”

Tutta la cerchia di animali si produsse in musi lunghi, ma tacque. Solo il leone rispose; “Lo so da tanto tempo che disprezzi la nobiltà di tutti gli animali credendoti simile solo ai nemici deboli ma subdoli del nostro genere, gli esseri umani.”

L’elefante replicò: „Di me non ho detto niente; ma ciò che ho detto di voi è la verità. Il vostro cervello e il vostro cuore non sono costruiti in modo da garantire un buon potere governativo; eccetto il caso se foste impediti con violenza a regnare secondo il vostro cuore e la vostra testa.”

„Ma non lo sopporteremmo in nessun caso“, gridò tutta la cerchia di animali, e l’elefante rispose: “Allo stesso modo gridano anche tutti coloro tra le persone che, simili a voi, quando impediti dalla giustizia e dalle leggi, diventano violenti, subdoli, ignobili, stupidi, insensibili, scimmieschi, volendo regnare come potreste farlo anche voi ma come io assolutamente non vorrei.